Madame qui veut du mou, da: "Chambonheur"

Madame qui veut du mou, elle est à Chambéry: Silvia Crocetti è Silvie Crozet?


A Chambéry, madame qui veut du mou, e non sa che elle demande du dur, all’ombra del Castello dei Duchi di Savoia, non essendo una città di mare ed essendo perciò senza la “môle” di Turin o “le môle” di Gênes, chiusa nella fantasia-aubaine in cui dal mou du dandinage au passage, con cui tentò il poeta, al dur du Bonheur de passage, cresciuta sulla richiesta dei pomodori – qu’elles soient du mou – se fait enfler le mou pensando che il Bonheur le stia pesantemente gonfiando il morbido per tutta la durata del concerto del Grand Carillon dalle 10 e 30 di ogni samedi successivo al 19 giugno di ogni anno.
Quando Madame, che è stupenda come la Silvia Crocetti al mercato della Crocetta, e qui è Silvie Crozet Stein ed è al marché du samedi matin en Place de Genève, est comme une tomate, stupefatta, allora il Concerto delle 70 campane finisce e lei, che non ha fatto che demander des tomates molles, ha avuto 70 tomates molles, 70 tenere capocchie, le 70 tomates molles de Saint Gervais, che, anche in Savoie, con la lancia acuta tocca la protensione mou ( che è sotto l’ala di pertinenza di Saint Protais) [1].





[1] E’ un po’ come nell’arte di vivere sadiana, in cui, secondo Barthes, “non si tratta tanto di moltiplicare i piaceri, di farli girare, di comporne un inebriante carosello(questa rapida successione definirebbe la Festa), quanto di sovrapporli( questa simultaneità definirebbe quello che si potrebbe chiamare il sibaritismo)”: Sade II, in R.B., Sade,Fourier,Loyola, trad.it. Einaudi, Torino 1977: pag.144. La somma dei piaceri rende un piacere supplementare, quello stesso della somma:”Eccomi dunque amante, insieme, di Silvia Crocetti, Silvie Crozet e Silvie Crozet Stein, tra la Crocetta e la Rue Croix d’Or”: è l’omonimia che è voluttuosa, voluttuosamente godibile.


da:
Roy Stuart]
Le Bonheur Chamberien