Amorevoli suggerimenti linguistici per un vocabolario del berlusconismo



Dopo ‘papi’, ‘utilizzatore finale’,  ’partito dell’amore’, ‘fabbriche dell’odio”, ‘toghe rosse’, ‘mettere le mani nelle tasche degli italiani’, ‘circuito mediatico-giudiziario’, ‘culturame di sinistra’, ‘presidente abbronzato’ e tutto il resto, l’irruzione di “bunga bunga” non lascia più dubbi: è il momento di stendere un vocabolario completo del lessico nel tardo impero berlusconiano.
Credo che i posteri ce ne sarebbero grati, e si divertirebbero pure.
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/10/28/per-un-vocabolario-del-berlusconismo/



·  v.s.gaudio scrive:
ZARA-ZARA!

“Zara” è(ra), non ci crederete, ma a volte l’analemma esponenziale del proprio oggetto “a”(sensu Jacques Lacan, purtroppo) è di una precisione pazzesca, ma va glielo a dire all’enunciatore del “Bunga bunga”…, un gioco d’azzardo fatto lanciando tre dadi: le somme che danno al di sotto del sette e al di sopra del quattordici erano considerate nulle, e contate “zare”. Per analogia semantica e affinità fonica con “zero”, “ano”, deriva il riferimento metaforico alla sodomia.
Perciò: “Vuoi morire o zara-zara?”. E lo si può fare addirittura con i dadi, anche a Campione d’Italia, Venezia o a Sanremo!


·  v.s.gaudio scrive:
CULÀBRIA-CULÀVRIA!

L’enunciatore mediatico della Silva Nazionale mi ha fatto venire in mente il sonetto del Burchiello(prima metà del secolo Xv):
“Dissemi un sordo che gli disse un muto
che tu atterri un porco così bene,
che ‘n Culavria non fora mai creduto:
e sempre il fiedi dietro nelle rene,
e collo spiedo tuo fiero e pasciuto
gli rompi e sfasci il fondo delle schiene”.
In cui la Culavria o la Calabria è il luogo in cui sol andar,altroché “buna bunga”: “Culavria-calabria”! “Morire o Culavria-Calabria?”. Si fa presto a scegliere…


·  v.s.gaudio scrive:

COS’È ‘STO “BUNGA-BUNGA”? TAF-TAFF, GHICC-GHICC,TAÌTU-TAÌTU, BAVÈL-BAVÈL, TRON-TRON!

Amorevoli suggerimenti linguistici 

“Con rispetto parlando”,Renzo Cantagalli, Sugar 1972, dava “Taf “ o “Taff”, una vecchia voce imitativa lombarda per “deretano”.
Con rispetto parlando, allora: “Taf-Taff”? D’altronde, in argot: on prend son taf, si prende il suo gaudio!
Da considerare anche “Ghicc”, del vecchio gergo milanese, che significa anche “prete”: è carino: “Morire o ghicc-ghicc?”.
Per i cul-tori palermitani del popolo dell’amore, si consiglia: “Taìtu-taìtu”.
Per la lega, è carino “bavèl”, il buco, la botola, l’apertura: pertanto: “Uèi,terùn de merda?Morire o bavèl-bavèl”!
Per i veneziani doc: brunàl, che era il deretano come scarico per “brunài” aferesi e storpiamento di “ombrinài”, quegli intagli nell’ossatura della nave che permettevano lo scolo delle acque dalla sentina al pozzo della pompa.
Per gli zingari, si può usare “tron-tron”: “tron”, in veneto, vale come “luogo”, “posto”, “via” dallo zingaresco “dromm”, strada: “ Se vuoi restare, tron-tron”. Beh, loro dicono: sempre strada, dromm, è!…


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