V.S.Gaudio • 'A triòffa du rïarmune, 4-5







4.
tenendoti sospesa sull’impalcatura con il corpo che
nell’arco delle gambe stringe un lento allargamento
sommesso e ottuso, un lampo bianco che tra i compartimenti
liquidi immerge l’ampiezza della terra, e la volgarità , e la
sessualità della terra che questo tuo equilibrio di credente
e mantide che ti fa la più maestosa amante che possiede
debitamente la sua una e trina proporzione di realismo,
spiritualismo e senso estetico perché è questo che il corpo
fa vedere questa superba musica della tempesta, raffiche
veloci e libere io vedo, che sibilano giù c’è questo forte
frusciare delle vette degli alberi, questo vento delle montagne
è il vigilante strumento che riempie il mio eretismo perpetuo
dal momento in cui la linea dell’orizzonte
ha ottuso lo sguardo ‘du spinnu


5.
‘u ddrugu porta ‘a petra, e ‘a petra du truonu è il tuo
fuori-sintagma che col suo lampo rende folgorante
il tuo corpo, la tua picciunerja ha questo paradigma
più coperto perché sta seduto, ma più inafferrabile
perché sta sospeso poiché è seduto in alto,
è più iconica, perché è bassa, è più inquietante e
il paradigma limpido perché è alta e questa superba musica
della petra du truonu mi riempie i crepuscoli e le controre,
la tarda mezzanotte e l’alba entrando nella mia camera da letto
dove è un albero della Sila la mia rarica ‘i filice giusta
e risoluta che dalla tempesta, dalla bonaccia, porta a galla
umori e gonfia le onde mentre tu lassù abbracci
il segreto di questo oceano che ti sommerge


[In ammašcânte:"La carne del mondo"]
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