Autorretrato by Lazare...



Autorretrato. by E_truska on Flickr



E-Truska O è Lazare? 


· (L’AZZURRO DEL CIELO)
I
a Xénie, che non avevo avuto
che arrivasse a Barcelona.
M’arrampicai per le scale, chiesi Paris allora, consultai
un orario, cercai casa mia, in assenza di mia moglie
e pensavo che poteva essere tornata
Irritato per quella voce ostile, la busta, e nella mia
tasca era vecchia la scrittura sull’espresso
in quella stanza, la lettera cominciava così,
a Paris Dirty, ed eravamo al 4 di ottobre,
tutte le indicazioni appena tornata, e riappesi il ricevitore,
tra le mie gambe
e
mi lavai i denti, il telefono suonò. Non capivo.
Dirty assomigliava a Lotte Lenia, una gonna molto corta
le calze arrotolate sopra il ginocchio, anche rossa era alta
e sottile, in ogni modo
e scesi in strada, mi infilai una camicia, una giacca
le scarpe e più in fretta prima,
poi, e scesi in strada
In un angolo senza dire una parola
occasione d’esprimere
e lei, dunque, d’improvviso
persino davanti alla propria coscienza
piuttosto che quella di un elemento
che ha il contenuto nell’aspetto formale
d’improvviso
le cose si mettevano male, certo
in una stanza senza dire una parola, nella posizione
sicuramente
Lazare, d’improvviso
esige la riparazione e Dirty che viene
e così vidi il cielo sopra la mia testa, in piedi sotto il cielo,
C’erano le stelle
Che il sole nascesse
Che dell’alba
Lazare, i miei occhi non più nelle stelle
sopra di me
nell’azzurro del cielo
che avrebbe portato Dorothea
lungo i muri, io, una infelice insolenza, la discussione
-C’è anche Lazare?













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